venerdì 24 maggio 2013

UNA RECENSIONE DI MARINA BISOGNO SUL "CORRIERE NAZIONALE"

Apprendo soltanto oggi che domenica scorsa, nell'inserto "Scritture e pensieri", a cura di Stefania Nardini, allegato al "Corriere Nazionale", è apparsa una recensione del mio  romanzo "Se avessi previsto tutto questo"". L'autrice del breve articolo è Marina Bisogno, che mi rimprovera, se di rimprovero trattasi, "l'uso di una lingua grossolana senza ricercatezze letterarie". Vero, ma occorre fare alcune precisazioni: come la recensione nota subito dopo, infatti, "si gioca tutto sulla storia che si snoda tra i dialoghi per raccontare le esperienze di una generazione di passaggio". Ovvio che, essendo il romanzo basato sui dialoghi di alcuni diciottenni (peraltro in buona parte provenienti da istituti professionali), il linguaggio non poteva certo essere aulico... in questo senso ho fatto mio l'insegnamento di Massimo Canalini. L'editore di "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" (romanzo che, anche giustamente, è stato accostato al mio), si trovò a leggere il mio esordio, "Cerniera lampo", quando ancora era inedito. Era proprio, vedi il caso, la metà degli anni '90 in cui è ambientato il mio ultimo romanzo. 
Copertina di "Cerniera lampo"(1996):
l'immagine era di Salvatore Fiume
"Cerniera lampo" (che sarebbe uscito nel '96 per le ormai defunte Edizioni dell'Ariete, con prefazione di Alessandro Quasimodo e Danilo Ruocco) non lo convinceva, non al punto di pubblicarlo. A differenza della totalità degli altri editori, non aveva però cestinato il romanzo, non mi aveva mandato una lettera prestampata di rifiuto...no, mi aveva telefonato a casa! Per due ore o giù di lì! Rimproverava a me e al co-autore (Joe Schittino) un linguaggio troppo elevato, ricercato, asseriva che non era così che parlavano i ragazzi. Ed era vero. Mi diede anche una carrettata di buoni consigli, mi suggerì un prezioso itinerario di letture, insomma, mi diede i primi stimoli per cominciare a pensare a quello che poi sarebbe diventato "Se avessi previsto tutto questo". Un libro che ha attraversato una miriade di stesure: insomma, giungere a quella "lingua grossolana", abbandonando le "ricercatezze letterarie" del tutto fuori luogo in quel contesto narrativo giovanile, mi è costato molto lavoro, studio e ricerca.
Questo comunque il testo integrale dell'articolo: 
"In una Sicilia palpitante di umori gli anni Novanta scoloriranno presto nell’alba del Duemila, mentre la radio passa “Amore di plastica” di Carmen Consoli. È lo sfondo, con una patina di nostalgia, di “Se avessi previsto tutto questo” (Ed. Il foglio) di Luca Raimondi, scrittore siciliano già autore di diversi romanzi.  Sotto il cielo dei suoi stessi sogni, Carlo Piras, aspirante romanziere, da buon diciottenne naviga nei suoi giorni fatti di studio, amici e qualche palpito, fino ad un epilogo meno tragicomico e più romantico. Il libro, imperlato di chicche musicali, esibisce una lingua grossolana senza ricercatezze letterarie. Si gioca tutto sulla storia che si snoda tra i dialoghi per raccontare le esperienze di una generazione di passaggio" (M.B.).
Link originale: http://www.corrierenazionale.it/component/content/article/243-culture-new/scritture-a-pensieri/letture/99418-Le-note-di-una-canzone-refrain-generazionale

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