lunedì 20 maggio 2013

INTERVISTA A CURA DI ANGELA ROSALIA DIGRIGORIO PUBBLICATA SU "LIVE UNICT"

"Catania, Piazza Università, aula 3 Palazzo Centrale, studenti in attesa di professori un po’ ritardatari e Carlo Piras, uno studente in cerca di un’identità. Una ragazza, un incontro. Ma questo è solo uno dei tanti che costelleranno l’esperienza di Carlo. Tra università, serate, amici e colleghi, quello di Carlo è un lungo viaggio attraverso la scoperta della vita, dell’amore, del vero amore. Un viaggio che si districa tra mille ostacoli e improbabili riconciliazioni, in una Catania di fine millennio che oggi non potrebbe essere più attuale di così. 
Dopo una splendida interpretazione di qualche pagina del romanzo da parte degli attori Alessandro Idonea e Lucia Fossi, il professore Giuseppe Condorelli è passato alla presentazione del libro, sottolineando la particolarità di una storia mai banale e ben costruita; accompagnata anche da una colonna sonora, dai R.E.M, ai Radiohead, fino a Jovanotti.
Luca Raimondi, giovane scrittore e anche regista, giunge al suo quarto romanzo, dopo una serie di lavori, dalle tesi delle sue due lauree, una in Filosofia e una in Scienze dell’Educazione, vari saggi e cortometraggi, oggi ci presenta ‘Se avessi previsto tutto questo. In cerca d’amore nella Catania di fine millennio’.

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-La figura di Pasolini è stata molto presente nei tuoi lavori fin dagli inizi, cosa rappresenta per te?
‘Io ho avuto da sempre due passioni fondamentali nella mia vita: una per il cinema e una per la letteratura che si sono spesso sovrapposte ma mai annullate a vicenda; poi da grande amante di cinema ho cercato un coinvolgimento anche attivo, sopratutto quando si è giovani e ci si sente onnipotenti, ho cercato anche di fare il regista. Il caso di Pasolini è particolare, tutto sommato si ricollega a questo libro, non per l’argomento, che non ha nulla a che vedere con Pasolini, ma perché lui proviene proprio dal mondo universitario in cui è ambientato il libro, e su Pasolini ho fatto la mia tesi di laurea,  l’ho scoperto all’università, prima avevo visto solo qualche film, quindi è solo grazie all’università che ne ho fatto argomento di studio e studiandolo mi ci sono appassionato, tanto che anche la mia seconda laurea, in Scienze dell’educazione, è basata sulla sua figura in una chiave più pedagogica. Quando ci si appassiona si viene poi catturati, nel senso di curiosità intellettuale, non di emulazione, perché mai ho provato a emularlo in alcun modo, seguo degli stili e delle poetiche ovviamente mie, però è stato una palestra intellettuale; se proprio devo trovare un’affinità è proprio questa sua tendenza ad essere un artista a tutto tondo, la sua versatilità nel passare dal cinema, alla letteratura, alla poesia, al saggio; ecco ho cercato anche io nel mio piccolo di essere  multiforme, di esplorare, di scegliere di volta in volta lo strumento più adatto a rappresentare una storia o cogliere un determinato momento della società in genere.’
-Ecco tra questi due strumenti, la scrittura e il cinema, non ce n’è uno in particolare che prediligi?
‘No, a seconda dei momenti, ci sono delle cose che vengono colte meglio da una macchine da presa, altre che preferisco raccontare con la penna, un modo più immediato, mentre costruire una situazione di tipo cinematografico è molto impegnativo, a volte devo dire che perde la spontaneità della creazione; mentre la scrittura è più immediata, poi può non essere diretta la pubblicazione, però il momento creativo è diretto, immediato, senza filtri; sicuramente per un artista è sempre fondamentale la scrittura, anche se uno fa teatro, cinema, la scrittura è sempre il primo momento, anche nell’ambito del cinema, del teatro si parte dalla scrittura, a volte lì si ferma, altre volte va avanti, poi ci sono delle cose che si devono fermare, altre che vanno avanti con buoni risultati. Però ultimamente ho riscoperto il piacere della scrittura e probabilmente nei prossimi anni mi concentrerò più su questo che su altro.’
-Il romanzo è ambientato a metà degli anni ’90. Sicuramente per i temi che tratta è molto attuale. Come mai però hai scelto proprio quel periodo e non i nostri giorni, sicuramente più ricchi di spunti?
‘I temi legati all’adolescenza, che è poi l’argomento che volevo trattare e che ho già affrontato in altri romanzi, è un periodo a cui sono molto legato e affezionato, di cui ho molti ricordi ed emozioni, ecco perché ho preferito riferire l’adolescenza per come l’ho conosciuta io, anche se mi rendo conto di essere un po’ indietro rispetto all’attualità; il mondo è un po’ cambiato, ci sono cose proprio mutate, sopratutto nel campo dei sentimenti, perché comunque ora c’è anche la mediazione, favorevole o sfavorevole, non sta a me dirlo, della tecnologia che cambia quanto meno il sorgere delle relazioni. Per togliere l’aspetto memorialistico o nostalgico al romanzo, ho utilizzato il tempo presente come se fosse una cosa che accade adesso, come una sceneggiatura cinematografica, immediata, proprio per togliere tutto il tempo che è passato. Ho preferito adoperare uno stile che desse proprio l’immediatezza della narrazione, il senso di attualità, perché comunque tolte le differenze tecnologiche o quelle  legate allo scenario politico,leggermente accennato, fondamentalmente i dubbi, le angosce, il senso di solitudine dell’adolescenza poi sono sempre quelli, venti anni fa come oggi.’
-Nei tuoi lavori si scorge molto provincialismo, cosa ti lega alla Sicilia, come scenario dei tuoi lavori?
‘Parlo del viaggio che compie un ragazzo che viene dalla provincia e si trova proiettato, per motivi di studio, da questa realtà a quella sicuramente più variegata di una Catania particolare, quella degli anni 90, in cui l’università era cambiata ed era diventata quella che è ancora oggi, un’università di massa con tantissimi studenti che stentano a conoscersi tra loro, che non conoscono gli insegnanti o hanno un rapporto appena appena accennato; quindi lui si imbatte in una realtà molto diversa, ma si imbatte anche in aspetti positivi, legati alla conquista di uno spazio di libertà che non ha avuto in precedenza, visto che viveva con i genitori. Invece ora si ritrova a formarsi autonomamente. Certo fa tantissimi errori, se vogliamo il libro è proprio la cronaca di questi spietati errori che compie in questo tragitto, perché va un po’ a tentoni, per raggiungere poi il suo scopo principale, quello della conquista del primo amore, visto che è arrivato a 18 anni senza aver mai avuto una storia, tipico di quei ragazzi un po’ ‘bamboccioni’ che non ci sanno proprio fare o che non hanno avuto occasioni. Quindi è un viaggio all’interno di un mondo diverso, ma anche un viaggio all’interno di se stesso, con tutti quei dubbi, tormenti e tutte le sue goffaggini. L’approdo è chiaramente il primo amore…che senza togliere la sorpresa a nessuno…alla fine,  incontra, semmai è bello vedere in che modo, è come un giallo, perché incontra tante ragazze, e quale di queste sarà quella giusta? La compagna di classe di cui era da sempre innamorato, la cugina che gli si istalla in casa, quella che abborda all’università? Un vero giallo sentimentale'.
-La tua passione, il tuo lavoro, è uno degli strumenti migliori per comunicare. A chi ti rivolgi con i tuoi romanzi?
‘Io sarei poco onesto nel dire che ho scritto questo romanzo pensando a qualcuno in particolare, o a un pubblico specifico; personalmente scrivo sempre quello che mi piacerebbe leggere, cerco di colmare dei vuoti che ci possono essere nella narrativa che leggo; magari non trovo una storia in cui posso trovare quello che cerco, e allora me la scrivo. Devo dire che da un po’ di tempo , quando ho scritto questo romanzo, che risale a diversi anni fa, stentavo a trovare dei romanzi che trattassero questo argomento. Credo che la prima stesura risale a prima del ‘fenomeno Moccia’; fino a quel momento, in cui ho preso la decisione di scriverlo, il massimo che si era fatto, in Italia, nel campo dell’esplorazione della tarda adolescenza poteva essere ‘Jack frusciante’ di Brizzi,ma che comunque si riferisce a un periodo precedente dell’evoluzione del ragazzo. A parte pochi esempi non trovavo storie in cui veramente potessi ritrovare le cose che avevo provato nell’età adolescente, quando ero a Catania. Avevo bisogno di leggere questa storia  e allora l’ho scritta!"
ANGELA ROSALIA DIGRIGORIO

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