sabato 28 dicembre 2013

LIVE AT "LA SICILIA CHE SCRIVE"! IL VIDEO SU YOUTUBE

Ad Acireale, venerdi 13 dicembre ho presenziato all’incontro organizzato dall’associazione culturale “Nuova Galatea” sul tema “La Sicilia che scrive”. Oltre a me erano presenti anche Salvo Cavallaro (all'estrema sinistra) e Valentina Carmen Chisari (ben riconoscibile al centro, tra me e il moderatore Alessandro Coco), autori, rispettivamente, della raccolta di racconti "Date da mangiare ai pesci" e delle storie per l'infanzia dal titolo "Racconti dall'isola magica". Anche in tale occasione il vostro affezionatissimo (e timidissimo) si è dovuto, suo malgrado, esibire in un "reading". Il pubblico in sala, dalle risate e dal risultato complessivo delle vendite a seguire (copie esaurite!), pare aver molto gradito. Ecco il link al video della mia lettura, caricato su Youtube. 

domenica 22 dicembre 2013

A GRATOSOGLIO COL BENTELAN: UN RACCONTO PUBBLICATO SU "OSSOBOOK"

In occasione del Natale, un mio pensiero particolare è rivolto ai bambini e ai ragazzi abbandonati o sottratti alle famiglie, quei minori ospitati dai centri di accoglienza e di cura come quello che rievoco in questo racconto pubblicato qualche tempo fa nel numero 6 di "Ossobook", rivista digitale milanese fondata da Tommaso Labranca, che mi ha personalmente invitato a contribuire a "Fuorimilano". Una rubrica in cui - in ogni numero - uno scrittore o un blogger forestiero racconta la "sua" Milano. Io ho contribuito con questo resoconto autobiografico il cui titolo di lavorazione era "A Gratosoglio col Bentelan". 
Buona lettura e auguri di buon Natale!

"Catania la chiamavano, negli anni’90, “la Seattle del sud Italia” per via della sua vivace scena musicale. Prima ancora, per tutti era la “Milano del sud”, polo commerciale e affaristico della Trinacria. Negli anni Zero, Catania non corrispondeva più a queste definizioni, se mai davvero c’era stato qualcosa in comune con Seattle o con Milano. E neanche Milano, quando mi trovai a visitarla per la prima volta, c’entrava niente con la Milano che mi ero immaginato, che mi avevano decantato e a volte descritto con tratti talmente infernali da meritarsi incisioni di Gustave Dorè. 
Mi avevano offerto un posto di lavoro a progetto. Marco Biagi era stato ucciso esattamente due anni prima e io scoprivo, per la prima volta, cosa diavolo erano questi contratti a progetto. Una mezza fregatura, ma che ve lo dico a fare?
Mi ritrovai così in quella che più che una metropoli sembrava una città di provincia, abbastanza ordinata (almeno rispetto alla qasba catanese) e dov’era facile muoversi, con l’unica differenza che nessuno ti guardava in faccia. In quei giorni era immersa in una foschia che non mi permetteva mai di vedere il blu del cielo, ma ero preparato a quell’atmosfera: a Catania a marzo il cielo si vedeva eccome, ma quella era Milano, bisognava abituarsi.
Stavo in una topaia di pensione, frequentata solo da extracomunitari, con un unico, lurido, bagno in comune per un intero piano.
Già dal secondo giorno di permanenza avevo cominciato a grattarmi.
Veramente avevo cominciato ad avere un po’ di fastidio già nel treno, ma in quella stamberga mi era esplosa una dermatite che progressivamente si andava aggravando. Cominciai a inghiottire pillole antistaminiche. Il fastidio si placava a sprazzi, le macchie sulla pelle avvampavano o si sbiadivano a piacere. Apparivano tumide soprattutto quando stavo al telefono con la mia fidanzata che, a Catania, era alle prese con una tesi su Giorgio Bassani e la sua misconosciuta produzione saggistica raccolta in “Di là dal cuore”. Che io stessi a oltre milletrecento chilometri di distanza era per lei un dettaglio secondario, purché trovassi il tempo di correggere il suo fondamentale capitolo 4. Per me, quel dettaglio era di vitale importanza. Quando la conversazione terminava, piangevo ascoltando Fabio Concato: per il mio cd player avevo selezionato album di autori rigorosamente milanesi, con la speranza di integrarmi presto e bene. Ma rivolevo la mia vita catanese, la mia fidanzata. Ero uno smidollato. Me lo ripetevo in continuazione. Uno smidollato.
Poi cominciai a lavorare come educatore professionale nella cooperativa per cui ero venuto a Milano, un centro di accoglienza per minori tra i palazzoni del quartiere dormitorio di Gratosoglio, che tutti mi descrivevano come una specie di Bronx ma che rispetto a San Cristoforo o a Librino mi sembrava il Parco della Vittoria del Monopoli.
Al centro di accoglienza sentivo freddo, la cameretta che mi avevano assegnato era piccola e polverosa e per di più la sera si mangiava poco. Un piattino di lenticchie o bastoncini Findus. Si mangiava quello che mangiavano i bambini, nelle stesse identiche porzioni, ma io pesavo almeno quaranta chili in più. Una sera toccò a me far addormentare una bambina con gli occhi azzurri, i capelli biondi, lisci. Figlia di immigrati dell’est, violenti, molestatori, in carcere a San Vittore. Le lessi una fiaba: lo feci male, con il tono monocorde, la voce incerta, perché pensavo alla mia fidanzata della mia stessa età, mora e dai capelli ricci, chissà in quel momento che faceva e con chi si trovava.
Quei bambini, soprattutto quelle bambine, mi mettevano a disagio, mi trasmettevano inquietudine. Ero fresco di laurea in Scienze dell’Educazione e avevo svolto solo un tirocinio in una casa famiglia dove alloggiavano maschietti aggressivi, il “vedi chi te la ficca” sempre pronto ad esploderti in faccia come una mina antiuomo. Non ero pronto per calarmi nelle storie di fatine del cazzo da sussurrare con voce vellutata nelle orecchie di bambine deprivate.
Il prurito tornò. Passai al Bentelan, ma neanche il cortisone ci poteva fare qualcosa. Il problema poteva avere origini psicosomatiche.
Di lì a poco dissi basta e me ne tornai in Sicilia, abbandonando quel posto di lavoro senza neanche finire il breve periodo di prova.
Una sconfitta che ancora oggi mi pesa addosso come un macigno.
Non vivo più a Catania bensì a Siracusa, pubblico romanzi, ho un figlio piccolo, lavoro con i bambini disabili e penso che – tutto sommato – Milano non era così male, perché c’erano la videoteca-libreria Bloodbuster, la Pinacoteca di Brera, lo stadio di San Siro, un fottìo di case editrici e una bambina bionda a cui leggere le fiabe per farla addormentare."

Il link dell'intero numero 6 di "Ossobook" che contiene il mio racconto è disponibile a quest'indirizzo:
 http://issuu.com/ossobook/docs/ossobook062013?e=6016151/4058624

venerdì 20 dicembre 2013

UN MIO CINEMATOGRAFICO NATALE DI TRENT'ANNI FA TRA I RACCONTI SELEZIONATI DA AURELIO CALIRI

Se cercate un'idea regalo, oltre al mio romanzo potete senz'altro valutare l'acquisto di un ponderoso tomo curato dal musicista e scrittore Aurelio Caliri. S'intitola, semplicemente, "Racconti di Natale" e ci trovate dentro - in mezzo ad autori classici, scrittori affermati, concittadini stimati, professori, registi e artisti di chiara fama - pure una cosetta del sottoscritto, un piccolo ricordo d'infanzia legato a uno storico cinema di Augusta. Il mio racconto, in seguito rielaborato e inserito nel mio prossimo romanzo dal titolo "Figlio unico" (di cui rappresenta dunque una succosa anteprima), s'intitola "Natale 1983. Come lacrime nella pioggia", ovvio riferimento al film "Blade runner" (ma si parla anche e soprattutto del "Ritorno dello Jedi").
Nell'immagine a fianco potete leggere la lista completi degli autori, tra cui spiccano senz'altro nomi noti come gli scrittori Maria Attanasio, Paolo Di Stefano, Vanni Ronsisvalle, Annamaria Piccione, Salvo Zappulla, il regista Aurelio Grimaldi, docenti universitari come Sergio Sciaccia, Nicolò Mineo, Antonio Di Grado, il critico Walter Pedullà, l'attore Alessandro Quasimodo e tanti, tanti altri...
Al volume possono essere allegati anche il cd dello stesso Caliri "E' tornato Natale" e due tavole che riproducono una litografia di Salvatore Fiume e una di Caliri.  Reperirlo è difficile, ma non certo impossibile. Vi consiglio di rivolgervi direttamente all'editore Arte e musica, il cui numero di telefono e di fax è 0931465616 di scrivere una mail a Caliri (aureliocaliri@infinito.it).

martedì 17 dicembre 2013

"LA SICILIA" E "POSTAZIONE AVANZATA" PARLANO DELLA "SICILIA CHE SCRIVE"

Rosalba Bilotta, sul magazine on line "Postazione Avanzata" scrive dell'incontro di venerdi 13 dicembre ad Acireale, dal titolo "La Sicilia che scrive", a cui ho preso parte insieme a Salvo Cavallaro e Valentina Carmen Chisari. Scrive la Bilotta: "A presentare l’evento culturale è stato il Presidente dell’Associazione Nuova Galatea, Alessandro Coco, che ha puntato l’attenzione sull’obiettivo comune dei tre scrittori, pur nella personale scelta stilistica, e, in particolare, sul tema centrale del raccontare se stessi e la propria terra, la Sicilia, essendo fieri delle proprie origini e regalando cultura ai lettori.(...) Luca Raimondi, scrittore siciliano, ha presentato il suo libro dal titolo “Se avessi previsto tutto questo”, romanzo ambientato a Catania, che rivela l’iter accademico di Carlo Piras, un giovane che rappresenta tanti giovani, sottolineandone l’aspetto comico e grottesco, ma anche l’introspezione drammatica degli eventi che gli accadono. Il libro di Luca Raimondi è un romanzo di formazione non politica, ma sentimentale: viene sottolineato anche “il calvario che questo giovane diciottenne attraversa per conoscere l’amore e il sesso”.
L'articolo integrale lo trovate qui:
Su "La Sicilia" ne riferisce invece Antonio Carreca in un lungo articolo:

giovedì 12 dicembre 2013

LA "SICILIA CHE SCRIVE": IO, CAVALLARO E CHISARI AD ACIREALE

Ad Acireale, venerdi 13 dicembre, alle ore 17,30, presenzierò all’incontro organizzato dall’associazione culturale “Nuova Galatea” sul tema “La Sicilia che scrive”, che si terrà nella sede di via Galatea 147. Oltre a me, che prediligo saggi e romanzi, saranno presenti anche Salvo Cavallaro, specializzato in racconti e Valentina Carmen Chisari, giornalista, il cui primo libro è dedicato alla letteratura per l’infanzia. Ci faremo insomma portavoce delle diverse forme con cui la letteratura può raccontare le sue storie e di cosa significa operare in quest’ambito in una terra tanto ricca di spunti e stimoli quanto avara di lettori e di attenzione verso la cultura e verso coloro che, nel loro piccolo, se ne fanno promotori. 
Due parole sui miei "compagni di avventura", Salvo e Valentina.
Salvo Cavallaro, di professione avvocato, si è finora dedicato alle “short stories”, esordendo nel 2011 con “Ma di cosa stiamo ancora parlando” e diventando direttore della collana di racconti “Vervain” della casa editrice Carthago, presso cui ha quest'anno pubblicato una seconda raccolta dal titolo “Date da mangiare ai pesci”.
Valentina Carmen Chisari, laureata in Scienze Politiche, si è dedicata al giornalismo e alla comunicazione prima di approdare al suo esordio letterario, “Racconti dall’isola magica. La Sicilia e i suoi colori” (Inkwell).
L’incontro sarà coordinato dal presidente dell’associazione, Alessandro Coco.

sabato 7 dicembre 2013

OGGI RITORNA "PIANISSIMO" AL "THE HUB" DI SIRACUSA

Martedi 10 dicembre alle 19.00, presso Impact Hub a Siracusa (in via Mirabella 29, nel centro storico di Ortigia), è previsto il primo appuntamento del ciclo "Sicilian Dangerous Mind". L'incontro avrà come protagonista Filippo Nicosia, trentenne messinese, redattore editoriale, ideatore e anima di Pianissimo: una libreria itinerante e un progetto di promozione della lettura in Sicilia attraverso un viaggio su un furgone d’epoca. Un viaggio quindi senza troppe comodità, in cui si guarda il paesaggio e ci si ferma spesso a parlare di libri e incontrare persone.
Dopo il successo del primo tour siciliano, che si è snodato ad agosto 2013 tra città e paesi siciliane, a dicembre il furgoncino di Pianissimo che va letteralmente pianissimo, si è rimesso in moto per la Sicilia, regione che, dopo la Basilicata, detiene il record negativo di lettori d’Italia. Pianissimo risponde a questo problema con un atto concreto, in strada, coinvolgendo amici e incontrando sconosciuti, creando un ponte di libri tra i lettori e gli autori. La sfida è quella di mettere il libro nelle piazze e sperare che qualcuno lo porti a casa e inizi a leggere. Un’idea che vuole far crescere lettori consapevoli, divertiti, entusiasti e curiosi, in una parola siciliani che possano sentirsi finalmente, e a pieno diritto, cittadini europei. La serata si concluderà con l’esposizione dei libri che compongono la biblioteca di Pianissimo e con l’unico aspetto di Pianissimo che va velocissimo: le letture. Sarò presente anch'io, insieme ad altri scrittori siracusani, Angelo Orlando Meloni, Daniele Zito, e Alberto MinnellaInsomma, una buona rappresentanza della "new wave siracusana" (come ci ha definiti Eleonora Lombardo su Repubblica). Angelo Orlando Meloni è autore di Io non ci volevo venire qui (Del Vecchio),sceneggiatore del fumetto “pulp” Triviale, dietro le cattive intenzioni (VerbaVolant), e, insieme a Ivan Baio, di Cosa vuoi fare da grande (Del Vecchio) il romanzo tragicomico sul tragicomico futuro dell’istruzione italiana. Daniele Zito ha trentatré anni, è cresciuto a Siracusa e vive a Catania. Ricercatore precario all’Università di Catania, si occupa di sistemi distribuiti, cloud e sistemi complessi tempo varianti. Collabora con “L’Indice dei Libri del mese”. La solitudine di un riporto, pubblicato da Hacca Edizioni nel 2013, è il suo esordio narrativo.  Alberto Minnella è nato ad Agrigento nel 1985 e vive a Siracusa. Ha lavorato come giornalista per “Il Giornale di Sicilia” e il “Corriere di Sicilia” e come critico musicale per “Ilmegafono.org”, “La grande testata” e “Indie for Bunnies”. Ha studiato musica moderna, a Parigi, all’accademia di batteria Dante Agostini. Il gioco delle sette pietre, pubblicato da Frilli Editori nel 2013, è il suo primo romanzo.