venerdì 24 maggio 2013

UNA RECENSIONE DI MARINA BISOGNO SUL "CORRIERE NAZIONALE"

Apprendo soltanto oggi che domenica scorsa, nell'inserto "Scritture e pensieri", a cura di Stefania Nardini, allegato al "Corriere Nazionale", è apparsa una recensione del mio  romanzo "Se avessi previsto tutto questo"". L'autrice del breve articolo è Marina Bisogno, che mi rimprovera, se di rimprovero trattasi, "l'uso di una lingua grossolana senza ricercatezze letterarie". Vero, ma occorre fare alcune precisazioni: come la recensione nota subito dopo, infatti, "si gioca tutto sulla storia che si snoda tra i dialoghi per raccontare le esperienze di una generazione di passaggio". Ovvio che, essendo il romanzo basato sui dialoghi di alcuni diciottenni (peraltro in buona parte provenienti da istituti professionali), il linguaggio non poteva certo essere aulico... in questo senso ho fatto mio l'insegnamento di Massimo Canalini. L'editore di "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" (romanzo che, anche giustamente, è stato accostato al mio), si trovò a leggere il mio esordio, "Cerniera lampo", quando ancora era inedito. Era proprio, vedi il caso, la metà degli anni '90 in cui è ambientato il mio ultimo romanzo. 
Copertina di "Cerniera lampo"(1996):
l'immagine era di Salvatore Fiume
"Cerniera lampo" (che sarebbe uscito nel '96 per le ormai defunte Edizioni dell'Ariete, con prefazione di Alessandro Quasimodo e Danilo Ruocco) non lo convinceva, non al punto di pubblicarlo. A differenza della totalità degli altri editori, non aveva però cestinato il romanzo, non mi aveva mandato una lettera prestampata di rifiuto...no, mi aveva telefonato a casa! Per due ore o giù di lì! Rimproverava a me e al co-autore (Joe Schittino) un linguaggio troppo elevato, ricercato, asseriva che non era così che parlavano i ragazzi. Ed era vero. Mi diede anche una carrettata di buoni consigli, mi suggerì un prezioso itinerario di letture, insomma, mi diede i primi stimoli per cominciare a pensare a quello che poi sarebbe diventato "Se avessi previsto tutto questo". Un libro che ha attraversato una miriade di stesure: insomma, giungere a quella "lingua grossolana", abbandonando le "ricercatezze letterarie" del tutto fuori luogo in quel contesto narrativo giovanile, mi è costato molto lavoro, studio e ricerca.
Questo comunque il testo integrale dell'articolo: 
"In una Sicilia palpitante di umori gli anni Novanta scoloriranno presto nell’alba del Duemila, mentre la radio passa “Amore di plastica” di Carmen Consoli. È lo sfondo, con una patina di nostalgia, di “Se avessi previsto tutto questo” (Ed. Il foglio) di Luca Raimondi, scrittore siciliano già autore di diversi romanzi.  Sotto il cielo dei suoi stessi sogni, Carlo Piras, aspirante romanziere, da buon diciottenne naviga nei suoi giorni fatti di studio, amici e qualche palpito, fino ad un epilogo meno tragicomico e più romantico. Il libro, imperlato di chicche musicali, esibisce una lingua grossolana senza ricercatezze letterarie. Si gioca tutto sulla storia che si snoda tra i dialoghi per raccontare le esperienze di una generazione di passaggio" (M.B.).
Link originale: http://www.corrierenazionale.it/component/content/article/243-culture-new/scritture-a-pensieri/letture/99418-Le-note-di-una-canzone-refrain-generazionale

lunedì 20 maggio 2013

INTERVISTA A CURA DI ANGELA ROSALIA DIGRIGORIO PUBBLICATA SU "LIVE UNICT"

"Catania, Piazza Università, aula 3 Palazzo Centrale, studenti in attesa di professori un po’ ritardatari e Carlo Piras, uno studente in cerca di un’identità. Una ragazza, un incontro. Ma questo è solo uno dei tanti che costelleranno l’esperienza di Carlo. Tra università, serate, amici e colleghi, quello di Carlo è un lungo viaggio attraverso la scoperta della vita, dell’amore, del vero amore. Un viaggio che si districa tra mille ostacoli e improbabili riconciliazioni, in una Catania di fine millennio che oggi non potrebbe essere più attuale di così. 
Dopo una splendida interpretazione di qualche pagina del romanzo da parte degli attori Alessandro Idonea e Lucia Fossi, il professore Giuseppe Condorelli è passato alla presentazione del libro, sottolineando la particolarità di una storia mai banale e ben costruita; accompagnata anche da una colonna sonora, dai R.E.M, ai Radiohead, fino a Jovanotti.
Luca Raimondi, giovane scrittore e anche regista, giunge al suo quarto romanzo, dopo una serie di lavori, dalle tesi delle sue due lauree, una in Filosofia e una in Scienze dell’Educazione, vari saggi e cortometraggi, oggi ci presenta ‘Se avessi previsto tutto questo. In cerca d’amore nella Catania di fine millennio’.

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-La figura di Pasolini è stata molto presente nei tuoi lavori fin dagli inizi, cosa rappresenta per te?
‘Io ho avuto da sempre due passioni fondamentali nella mia vita: una per il cinema e una per la letteratura che si sono spesso sovrapposte ma mai annullate a vicenda; poi da grande amante di cinema ho cercato un coinvolgimento anche attivo, sopratutto quando si è giovani e ci si sente onnipotenti, ho cercato anche di fare il regista. Il caso di Pasolini è particolare, tutto sommato si ricollega a questo libro, non per l’argomento, che non ha nulla a che vedere con Pasolini, ma perché lui proviene proprio dal mondo universitario in cui è ambientato il libro, e su Pasolini ho fatto la mia tesi di laurea,  l’ho scoperto all’università, prima avevo visto solo qualche film, quindi è solo grazie all’università che ne ho fatto argomento di studio e studiandolo mi ci sono appassionato, tanto che anche la mia seconda laurea, in Scienze dell’educazione, è basata sulla sua figura in una chiave più pedagogica. Quando ci si appassiona si viene poi catturati, nel senso di curiosità intellettuale, non di emulazione, perché mai ho provato a emularlo in alcun modo, seguo degli stili e delle poetiche ovviamente mie, però è stato una palestra intellettuale; se proprio devo trovare un’affinità è proprio questa sua tendenza ad essere un artista a tutto tondo, la sua versatilità nel passare dal cinema, alla letteratura, alla poesia, al saggio; ecco ho cercato anche io nel mio piccolo di essere  multiforme, di esplorare, di scegliere di volta in volta lo strumento più adatto a rappresentare una storia o cogliere un determinato momento della società in genere.’
-Ecco tra questi due strumenti, la scrittura e il cinema, non ce n’è uno in particolare che prediligi?
‘No, a seconda dei momenti, ci sono delle cose che vengono colte meglio da una macchine da presa, altre che preferisco raccontare con la penna, un modo più immediato, mentre costruire una situazione di tipo cinematografico è molto impegnativo, a volte devo dire che perde la spontaneità della creazione; mentre la scrittura è più immediata, poi può non essere diretta la pubblicazione, però il momento creativo è diretto, immediato, senza filtri; sicuramente per un artista è sempre fondamentale la scrittura, anche se uno fa teatro, cinema, la scrittura è sempre il primo momento, anche nell’ambito del cinema, del teatro si parte dalla scrittura, a volte lì si ferma, altre volte va avanti, poi ci sono delle cose che si devono fermare, altre che vanno avanti con buoni risultati. Però ultimamente ho riscoperto il piacere della scrittura e probabilmente nei prossimi anni mi concentrerò più su questo che su altro.’
-Il romanzo è ambientato a metà degli anni ’90. Sicuramente per i temi che tratta è molto attuale. Come mai però hai scelto proprio quel periodo e non i nostri giorni, sicuramente più ricchi di spunti?
‘I temi legati all’adolescenza, che è poi l’argomento che volevo trattare e che ho già affrontato in altri romanzi, è un periodo a cui sono molto legato e affezionato, di cui ho molti ricordi ed emozioni, ecco perché ho preferito riferire l’adolescenza per come l’ho conosciuta io, anche se mi rendo conto di essere un po’ indietro rispetto all’attualità; il mondo è un po’ cambiato, ci sono cose proprio mutate, sopratutto nel campo dei sentimenti, perché comunque ora c’è anche la mediazione, favorevole o sfavorevole, non sta a me dirlo, della tecnologia che cambia quanto meno il sorgere delle relazioni. Per togliere l’aspetto memorialistico o nostalgico al romanzo, ho utilizzato il tempo presente come se fosse una cosa che accade adesso, come una sceneggiatura cinematografica, immediata, proprio per togliere tutto il tempo che è passato. Ho preferito adoperare uno stile che desse proprio l’immediatezza della narrazione, il senso di attualità, perché comunque tolte le differenze tecnologiche o quelle  legate allo scenario politico,leggermente accennato, fondamentalmente i dubbi, le angosce, il senso di solitudine dell’adolescenza poi sono sempre quelli, venti anni fa come oggi.’
-Nei tuoi lavori si scorge molto provincialismo, cosa ti lega alla Sicilia, come scenario dei tuoi lavori?
‘Parlo del viaggio che compie un ragazzo che viene dalla provincia e si trova proiettato, per motivi di studio, da questa realtà a quella sicuramente più variegata di una Catania particolare, quella degli anni 90, in cui l’università era cambiata ed era diventata quella che è ancora oggi, un’università di massa con tantissimi studenti che stentano a conoscersi tra loro, che non conoscono gli insegnanti o hanno un rapporto appena appena accennato; quindi lui si imbatte in una realtà molto diversa, ma si imbatte anche in aspetti positivi, legati alla conquista di uno spazio di libertà che non ha avuto in precedenza, visto che viveva con i genitori. Invece ora si ritrova a formarsi autonomamente. Certo fa tantissimi errori, se vogliamo il libro è proprio la cronaca di questi spietati errori che compie in questo tragitto, perché va un po’ a tentoni, per raggiungere poi il suo scopo principale, quello della conquista del primo amore, visto che è arrivato a 18 anni senza aver mai avuto una storia, tipico di quei ragazzi un po’ ‘bamboccioni’ che non ci sanno proprio fare o che non hanno avuto occasioni. Quindi è un viaggio all’interno di un mondo diverso, ma anche un viaggio all’interno di se stesso, con tutti quei dubbi, tormenti e tutte le sue goffaggini. L’approdo è chiaramente il primo amore…che senza togliere la sorpresa a nessuno…alla fine,  incontra, semmai è bello vedere in che modo, è come un giallo, perché incontra tante ragazze, e quale di queste sarà quella giusta? La compagna di classe di cui era da sempre innamorato, la cugina che gli si istalla in casa, quella che abborda all’università? Un vero giallo sentimentale'.
-La tua passione, il tuo lavoro, è uno degli strumenti migliori per comunicare. A chi ti rivolgi con i tuoi romanzi?
‘Io sarei poco onesto nel dire che ho scritto questo romanzo pensando a qualcuno in particolare, o a un pubblico specifico; personalmente scrivo sempre quello che mi piacerebbe leggere, cerco di colmare dei vuoti che ci possono essere nella narrativa che leggo; magari non trovo una storia in cui posso trovare quello che cerco, e allora me la scrivo. Devo dire che da un po’ di tempo , quando ho scritto questo romanzo, che risale a diversi anni fa, stentavo a trovare dei romanzi che trattassero questo argomento. Credo che la prima stesura risale a prima del ‘fenomeno Moccia’; fino a quel momento, in cui ho preso la decisione di scriverlo, il massimo che si era fatto, in Italia, nel campo dell’esplorazione della tarda adolescenza poteva essere ‘Jack frusciante’ di Brizzi,ma che comunque si riferisce a un periodo precedente dell’evoluzione del ragazzo. A parte pochi esempi non trovavo storie in cui veramente potessi ritrovare le cose che avevo provato nell’età adolescente, quando ero a Catania. Avevo bisogno di leggere questa storia  e allora l’ho scritta!"
ANGELA ROSALIA DIGRIGORIO

sabato 18 maggio 2013

L'INCIPIT DEL ROMANZO: IN UN LONTANO GIORNO DEGLI ANNI OTTANTA...


"In un lontano giorno degli anni Ottanta, un giovanissimo Carlo Piras usciva da scuola assieme a Egisto Falchetti, suo compagno di banco e amico. Cercava di distrarsi, voleva distogliere lo sguardo dalla carnagione scura mediorientale del viso rubicondo di Egisto, voleva evitarne l’alito contaminato dalla cipolla del trancio di pizza ruminata durante la ricreazione, voleva chiudere le orecchie per non ascoltarne le mentecatte esclamazioni ogni volta che gli scorreva davanti quel modello di automobile di cui era estimatore.
I nonni, i padri dei suoi genitori, i maschi esperti e segnati dalla vita, non avevano avvertito il loro amato nipotino Carlo. Non gli avevano detto nulla, forse non avevano fatto in tempo, forse erano morti troppo presto - no, troppo brillanti per farsi cogliere di sorpresa. Possibile che non presentissero l’imminente e quasi contemporanea fine? Perché prima di partire per l’altro mondo non avevano erudito il loro nipote prediletto riguardo a un argomento così importante? E senz’altro doveva essere importante, a giudicare da come ne parlava Egisto. Possibile che un tredicenne ne sapesse più di nonno Calogero sessantenne e nonno Fernando settantenne? No, non era possibile. Loro avevano taciuto. Acqua in bocca Calo’, acqua in bocca Ferna’: parliamogli invece della morte e facciamogli capire quello che ci sta per succedere e quello che succederà pure a lui, così sarà consapevole e non verserà una lacrima al nostro funerale, perché chi sa non piange e si rassegna.
Tanto verrà Egisto Falchetti a confidargli che esiste il sesso e tutto quel che ne consegue e le ragazzine, Calo’, te le ricordi le ragazzine? Mi ricordo le passerine, Ferna’, eccome se mi ricordo l’odore, quell’odore. In Etiopia mi ricordo la passerina di un’indigena dodicenne, rosa sparato su sfondo nero, mi ricordo eccome, ma non diciamoglielo, al nostro Carlo, è ancora immaturo. Non lo filerà nessuno, le ragazzine sono delle paracule infinite e si comportano da stronze con i coetanei, ti ricordi Calo’, ti ricordi Ferna’? Anche noi eravamo bruttini, ma poi divenimmo dei dongiovanni casanova latin lovers e slap slap fuck fuck fumetterebbero oggi i giovani… ogni cosa a suo tempo, la fortuna si rivela poco a poco e Carlo è già un ragazzo fortunato. Perché la fortuna operi anche nel settore sentimentale e personale è bene attendere ancora e lasciare a Egisto e a chi verrà dopo di lui il compito di fare di Carlo un uomo vincente. Ora è tardi Calo’, è proprio tardi Ferna’, è ora di andare, buonanotte Calo’, buonanotte Ferna’.
Proprio così. Il giorno in cui Egisto Falchetti si fidanzò con Tiziana Carnevale, una ragazza di qualche anno più grande, ed ebbe modo di conoscere e approfondire e decantare le cose assurde ma meravigliose che aveva fatto con lei nella sua cameretta tappezzata di foto dei Duran Duran, fu il giorno in cui Carlo odiò i suoi nonni defunti, che pure aveva tanto amato in gioventù perché erano stati suoi mentori, e fu il giorno in cui odiò Egisto Falchetti.
Vicini di casa, quel giorno rincasavano assieme dopo la scuola, Egisto a passo svelto e agile, Carlo più lento, a un paio di metri di distanza, lo zaino pesante, la strada in terra battuta allagata e infangata (ma Egisto sembrava camminarci come Gesù sulle acque, senza sporcarsi le scarpe, senza subire rallentamenti). Carlo cominciò a punzecchiare il compagno con un righello da un metro imposto dall’Educazione Artistica, eh, esercitazioni di prospettiva, da un punto fermo si dipartono le linee e si crea la prospettiva, e Carlo era un punto da cui si partiva il righello che molestava Egisto, Egisto che aveva la Tiziana in testa e solo lei e si chiedeva ma chi cazzo è quel finocchio che mena righelli sulla schiena, ma che cazzo vuoi, perché non ti togli dai coglioni? disse quando i suoi suddetti coglioni cominciarono a girare turbinosamente; cominciò a spingere e strattonare e Carlo doveva essere un po’ stordito, non si rendeva neanche conto di quello che stava succedendo.

Esiste un tempo oggettivo e un tempo soggettivo, è risaputo, e questo frammento di ricordo si ricongiunge alla mente diciottenne di Carlo in un istante che ne racchiude tanti e tanti altri. E a ogni buonanotte succede sempre un buongiorno."

Una sveglia che suona.
È l’ora di svegliarsi. E l’ora di tornare al presente. È l’ora di
andare."

martedì 14 maggio 2013

SULLO "SCAFFALE" DEL QUOTIDIANO "LA SICILIA" GRAZIE A ROBERTO MISTRETTA

"Metà degli anni '90. In Italia governa Berlusconi dopo che Tangentopoli ha cancellato (almeno apparentemente), la Prima Repubblica. Il diciottenne Carlo Piras è studente all'Università di Catania, e nella città etnea, dove il gallismo di brancatiana memoria non s'è mai sopito, spera di trovare nuovi amici ma soprattutto il sospirato grande amore. Ma il mondo non gira a misura di diciottenni romantici e Carlo sperimenta il mortificante disagio nelle molteplici difficoltà inanellate a relazionarsi con gli altri, specialmente con la ragazze che si muovono su gambe bellissime. Facebook ancora non esisteva e gli sms, che in fondo fanno da schermo alla fragilità relazionale, erano ancora di là da venire. A destabilizzare il guscio di protezione costruito attorno a sé sarà la cugina installata in casa e Carlo comincia a fare i conti col proprio passato di ragazzo e col futuro da uomo. Luca Raimondi, autore di "Se avessi previsto tutto questo" (In cerca d'amore nella Catania di fine millennio) (pag. 234 € 15 Edizioni Il Foglio) attinge alla sua autobiografia ma se ne distacca con ironia, raccontando una generazione che pagava in lire e rimorchiava alla vecchia maniera. Un romanzo di formazione insomma, impastato di umorismo e speziato di malinconia che a tratti ricorda il best seller degli anni Ottanta "Jack Frusciante è uscito dal gruppo". In altri termini, la vita com'era vent'anni fa. In fondo non troppo differente da quella odierna" (Roberto Mistretta).


lunedì 13 maggio 2013

NON TROVATE IL MIO ROMANZO? RIVOLGETEVI A "LA FELTRINELLI"

Il romanzo è adesso disponibile anche nel circuito Feltrinelli. Ordinandolo on line sono previsti appena 6 giorni lavorativi per la consegna, che può essere effettuata anche nei negozi della catena senza alcun costo aggiuntivo. Il link è il seguente:


sabato 11 maggio 2013

UN VIDEO DELLA PRESENTAZIONE SIRACUSANA DEL ROMANZO

3 maggio 2013: Il docente di estetica Luigi Amato presenta il mio romanzo nei locali della Galleria Roma Artecontemporanea di Siracusa.
Il romanzo, secondo lui, esprime il bisogno della mia generazione - travolta dai grandi cambiamenti strutturali del brusco trapasso da un regime a un altro - di ricostruire radici, filamenti, di cercare un punto di contatto con ciò che l'ha preceduta, di porre domande sul dove stare e come stare al mondo.
Il video integrale della presentazione, trasmessa in diretta su Ustream, è disponibile al seguente link:

LE PROSSIME PRESENTAZIONI DEL ROMANZO, IL CALENDARIO AGGIORNATO

Ecco il calendario aggiornato delle prossime presentazioni del romanzo. La data ragusana originariamente prevista per il 10 maggio è slittata al 7 giugno. Confermata comunque la presenza di Veronica Tomassini, collaboratrice de "Il Fatto Quotidiano" e autrice del romanzo "Sangue di cane". Dopo la brillante performance siracusana, Giuseppe Cottone riproporrà la lettura di alcuni brani del romanzo. Vi aspetto!


17 MAGGIO: LIBRERIA LA FELTRINELLI, Via Etnea 285, CATANIA (con Giuseppe Condorelli). Ore 18,00.

7 GIUGNO: LE FATE CAFE', via Sac. Giovanni di Giacomo 20, RAGUSA (con Veronica Tomassini). Ore 18,30.

14 GIUGNO: CANTINE SANFILIPPO, Corso Ara di Giove 150, PEDARA (CT). Evento a cura della Coop. Sociale Utòpia. Ore 18,30.

martedì 7 maggio 2013

IL BOSS E LA MATRICOLA

Nel 1995 ero una matricola universitaria a Catania e provenivo da un istituto professionale alberghiero. Il brano che segue è ispirato ad un mio vero colloquio con un anziano docente di Filosofia (oramai defunto, pace all'anima sua) che, come si può facilmente intuire, non contribuì a rendermi sereno e fiducioso verso il mio avvenire accademico...

Walt Whitman...
Il professore si chiama Carollo. Il suo ufficio ha la porta aperta; ma lui è impegnato a parlare con un tipetto occhialuto e magrolino, il prototipo del secchione. Carlo si appoggia ad una parete e aspetta; per ingannare il tempo, comincia a fissare tutte le ragazze che percorrono il corridoio, con l’ostinazione e l’attenzione del pittore che deve carpire i segreti della sua modella.(…)
Finalmente il secchioncello esce di scena e Carlo si proietta nell’antro, buio, oscuro, tetro, come tutti i luoghi accademici; due scrivanie, una biblioteca e un attaccapanni compongono la mobilia. Il resto è un ombroso vuoto monastico. Carollo gli indica la sedia e Carlo, che sente le gambe rammollirsi, ci si piazza con gioia. Il professore, un omone anziano e ingrigito e torvo, con una certa aria alla Walt Whitman, compone un numero di telefono. - Ebbene, a che punto è il mio libro? - dice. - E la rivista? No, senti, o usciamo con l’articolo su Deleuze o ci piazziamo quella roba su Popper. Ma vi raccomando il mio articolo sull’ermeneutica dell’ineffabile.
Poi compone un altro numero. - Ebbene, com’è il tempo, su a Milano? No, senti, c’è quella questione dei miei diritti d’autore...
Discute per qualche minuto, poi depone la cornetta e guarda Carlo. Non ha il tempo di dire nulla. Entra una donna sui cinquanta, dall’aria semidistrutta. - Qui c’è quella ricerchina che mi hai chiesto - dice, deponendo un centinaio di pagine A4 fitte di testo in corpo 10 sulla scrivania di Carollo.
- Bene. Ora mi dovresti scrivere un articolo per la rivista.
- Lo sapevi che Brancati è stato tradotto in Francia soltanto adesso?
E vanno avanti un quarto d’ora a parlare di Brancati. La donna rimane in piedi, mentre Carollo la informa che ha letto l’ultimo di Tahar Ben Jalloun, giusto per riposarsi dopo ottanta pagine di filosofia in francese. La donna, che possiamo forse identificare come un’assistente, tace; butta lì un sorrisino, poi dice che deve andare. Ma Carollo comincia a teorizzare sul moto cosmico e cade in un magma fatto di Big Bang e Anassimandro e Einstein. L’assistente avverte Carollo che dovrebbe uscire un po’ prima perché ha il figlio
in ospedale con l’appendicite, ma quello è imperturbabile e traccia percorsi di ricerca su un suo prossimo libro che coinvolgerà Telesio e Bacone e Gassendi e Malebranche e Arnauld.
Carlo tossisce. Ma Carollo è un caterpillar e continua a discorrere.
La donna agonizza. I suoi occhi sembrano dire “schiatterai, prima o poi, vecchio bastardo”. Rivolge le palle degli occhi verso Carlo, forse in cerca di compassione, e lui ricambia lo sguardo incorniciandolo
con un’espressione zen.
Il Grande Filosofo, quando il suo orario di ricevimento sta quasi per scadere, si decide a congedare la donna, che si allontana a velocità di fuga, e passa a Carlo.
- Allora, che vuole? - esclama, con il garbo che ci si aspetta da un anziano filosofo.
- Sono qui per quel testo in latino di Giovan Battista Hodierna che...
- Lei non sarà mica dell’Alberghiero, per caso...
Avete presente un pugno allo stomaco? Ecco.
- Purtroppo sì. Vede, un errore di gioventù - si umilia Carlo.
- Iscriversi a Filosofia è l’errore che lei ha fatto. Ad ogni modo pare che io, per legge, debba dare l’opportunità anche a voi scioperati di poter sostenere l’esame.
- Le sarei grato.
- Ma mi dica, com’è avvenuta la scoperta di queste sue inclinazioni filosofiche? Eh, certo che ce l’ha, l’aria del filosofo, quantunque non basti l’appoggio della fisiognomica per laurearsi.
- Mi pongo spesso delle domande e coltivo l’arte del dubbio.
- La coltivo anch’io: dubito che lei possa mai laurearsi.
Prende un foglietto di carta. Una penna. Scrive qualcosa. - Dunque, invece dell’Hodierna, lei mi porterà all’esame Cartesio, il Discorso sul metodo e Le meteore, in italiano. Se Cartesio le riuscirà difficile, le consiglio di non ignorare le possibilità professionali che offre la Valtur.
Passa il foglietto a Carlo, con tutti i dati relativi ai volumi richiesti, compresa l’indicazione della biblioteca in cui prenderli in prestito.
- E se... se li volessi comprare? - dice Carlo, nel disperato tentativo di farsi bello.
- Su Cartesio non percepisco diritti d’autore.
Silenzio.
Carlo balbetta: - E... non so... qualche consiglio su come impostare...
Carollo, di botto, guizzando con la sedia girevole verso un computer: - Ma che vuole impostare, lei... forza, alberghiero, esca dalle mie dorate stanze, ché la sua presenza le inquina.
Accende il computer.
Carlo esce, senza avere neanche un vaffanculo pronto per l’occasione.

da "SE AVESSI PREVISTO TUTTO QUESTO", pp. 199-122.

venerdì 3 maggio 2013

OGGI ALLA GALLERIA ROMA DI SIRACUSA CON LUIGI AMATO, RENATO SCATA' E...AL PACINO, ALIAS GIUSEPPE COTTONE!

Alla presentazione siracusana di oggi saranno presenti il professore Luigi Amato, il critico e organizzatore di eventi Renato Scatà e l'attore e produttore Giuseppe Cottone. A quest'ultimo, in particolare, voglio dedicare questo post. Per ben tre volte abbiamo collaborato, io in veste di regista e lui in veste di attore. Dal primo corto amatoriale ("Nessuna fregatura" del 2007) fino al breve lavoro su commissione per un concorso sul vino ("Un vino stellare", del 2011, con protagonisti Francesca Ferro e Carlo Tranchida), passando per l'impegnativo mediometraggio "La sottrazione del tempo". Alla Galleria Roma, oggi pomeriggio, ritroverò dunque un attore atipico nella nostra provinciale realtà, che ha studiato alla Scuola Immagina di Giuseppe Ferlito a Firenze e che io affettuosamente chiamo "l'Al Pacino de noantri" (anche se fisicamente somiglia forse di più a Javier Bardem) perché per lui Al è "una religione": Cottone è, a tutt'oggi, l'unico seguace del "metodo" strasberghiano con cui ho avuto a che fare! Ultimamente ha anche prodotto, con la sua "Urlo Production" un paio di corti interpretati da personalità del calibro di Nino Frassica e Silvana Fallisi (che recita in "Rosa" di Alfio D'Agata, in concorso quest'anno al David di Donatello).
Questi i tre lavori da lui interpretati per il sottoscritto:

LA SOTTRAZIONE DEL TEMPO

NESSUNA FREGATURA

UN VINO STELLARE

mercoledì 1 maggio 2013

PAGINA INTERA SUL QUOTIDIANO "LIBERTÀ"


ARTICOLO SULLA PRESENTAZIONE DI VENERDÌ 3 MAGGIO ALLA GALLERIA ROMA DI SIRACUSA

Il comunicato relativo alla presentazione di venerdì 3 maggio è stato pubblicato da Siracusanews.it, lo riporto integralmente:


"Si terrà a Siracusa, nel centro storico di Ortigia, venerdi 3 maggio 2013 alle 18.30, presso la Galleria Roma Arte Contemporanea in piazza San Giuseppe, la prima presentazione siracusana del romanzo di Luca Raimondi “Se avessi previsto tutto questo. In cerca d’amore nella Catania di fine millennio”, per la casa editrice toscana Il Foglio, la cui collana di narrativa è diretta dallo scrittore, saggista e traduttore toscano Gordiano Lupi.
Il romanzo è stato definito dallo scrittore Roberto Alajmo “un’epopea quotidiana tardo-adolescenziale in cui l’amore e l’amicizia sono i valori da esaltare e (occasionalmente) tradire”.
Relatori dell’evento saranno il professore Luigi Amato (ordinario di Estetica presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria) e il direttore artistico del Cine Aurora di Belvedere e del Floridia Film fest, il giovane Renato Scatà, scelta quest’ultima dettata dall’amore per il cinema da sempre manifestato da Raimondi (in passato anche regista e sceneggiatore, curatore di sei edizioni del “Corto Siracusano Film Festival” e di numerosi saggi sull’argomento). L’attore Giuseppe Cottone, già presente in alcuni cortometraggi diretti da Raimondi, leggerà alcuni brani del romanzo.
Dopo la partecipazione ad “In-chiostro letterario”, manifestazione benefica tenutasi ad Acireale lo scorso 13 aprile, riprende dunque il mini-tour di presentazione del volume che toccherà anche Ragusa (il 10 maggio presso Le Fate Cafè), Catania (Il 17 maggio presso la Feltrinelli Libri & Musica di via Etnea) e, nel mese di giugno, Augusta e Pedara.
Questa, in sintesi, la trama del romanzo: Carlo Piras, studente all'Università di Catania, vive i suoi diciotto anni incastonati nella metà degli anni '90. È qui che Carlo spera di trovare nuovi amici e - forse, magari - il grande amore. Attorno a lui il mondo si muove contromano, però. Le lezioni lo lasciano perplesso, le notti sembrano stordirlo e le ragazze sono enigmi che si muovono su gambe bellissime.
Il primo vero scacco coincide col mancato conseguimento della patente, ma è la cugina installata in casa a destabilizzare Carlo, che comincia a fare i conti col proprio passato di ragazzo e col futuro da uomo. L'insonnia morde, la solitudine divora. I suoi comici e a volte drammatici tentativi di conquistare le ragazze di cui si innamora rivelano la sua inadeguatezza alla vita. L’inadeguatezza, forse, di un’intera generazione."