lunedì 29 aprile 2013

IL MIO NON-LETTORE PIU' IMPORTANTE

Ho regalato a mio figlio una copia del romanzo. Peccato che non sappia ancora leggere...o dovrei dire per fortuna, visto il linguaggio spesso sboccato e scurrile dei miei protagonisti! Comunque pare aver apprezzato il dono.


  


UNA RECENSIONE DI SILVANA BARACCHI SU ZERONOVE.TV

Così Silvana Baracchi, su ZeroNove.tv ha recensito il romanzo:

Il libro in una vetrina siracusana
"Il giovane scrittore siracusano Luca Raimondi pubblica il suo ultimo lavoro, dal titolo "Se avessi previsto tutto questo. In cerca d'amore nella Catania di fine millennio". Edito da "Il Foglio Letterario", racconta la storia di Carlo Piras, studente universitario presso l'Università di Catania negli anni '90. Luca Raimondi, autore giovane ma con un bagaglio di esperienze considerevole, dato che vanta al suo attivo una dozzina di volumi, tra romanzi e saggi sul cinema, racconta nel suo libro le difficoltà a relazionarsi, le problematiche comunicative con cui il protagonista si scontra giornalmente. Un viaggio, insomma, nelle vicissitudini giovanili, in un periodo in cui chat e piattaforme sociali non esistevano ancora ed il linguaggio stringato degli sms non la faceva da padrone. Il rimando a quella che può essere definita la "letteratura giovanile", scritta cioè da giovani autori come Brizzi con il best seller "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" o di Andrea De Carlo, Alessandro Baricco, Giuseppe Culicchia, sembra palesarsi nell'evolversi della narrazione. Un linguaggio fluido per un racconto ricco di episodi divertenti, intrisi di malinconia, che a volte scivolano nell'umorismo. Ma ha una funzione preponderante nella trama stessa del libro, il connubio tra musica e letteratura. I brani musicali citati ripetutamente in momenti salienti del romanzo, marcano con forza la simbiotica convivenza tra musica e sentimento ed ancora tra musica e tempo. In altre parole il linguaggio universale delle note quale mezzo di comunicazione che s'intreccia con la lingua parlata per esprimere emozioni, ma non solo, perché grazie alla musica l'autore è stato capace di calarci negli anni che non sono quelli attuali. Nel libro assistiamo dunque all'intrecciarsi del testo con il primo grande successo dei Radiohead, "Creep", a marcare lo stato di sofferenza giovanile del periodo o Miss Sarajevo degli U2 con un aggancio temporale al conflitto armato scatenatosi in Bosnia ed Erzegovina, fino ad arrivare al titolo stesso del libro, estrapolato dal celebre brano "Avvelenata" di Guccini. Il poeta-cantautore modenese, caro al padre dell'autore, è scelto non a caso per fare da anello di congiunzione generazionale tra passato e presente. Dunque il protagonista, Carlo Piras, per l'autore rappresenta un personaggio di morettiana memoria, simbolo della vita di vent'anni fa che alla fine, a pensarci bene, non è poi tanto diversa da quella di oggi!

Questo è il link originale dell'articolo, pubblicato il 22/04/2013: 

martedì 23 aprile 2013

IO CON SAVIANO NON CI AZZECCO NIENTE, MA LASCIATEMI DIVERTIRE!

Mi sono permesso di scimmiottare una locandina di Saviano...spero lui non me ne voglia! A Robe', se sta' a scherza', eh! Comunque, "citazione" savianesca a parte, la presentazione è vera, come testimonia la pagina eventi della Feltrinelli di Catania. Vi aspetto, quindi, o miei (in)fedeli 25 lettori! Vi conosco uno per uno, se non venite... vi mando Bersani a casa per risolvere le vostre beghe condominiali!





lunedì 15 aprile 2013

UNA RIFLESSIONE SU CHI ERAVAMO E SU QUELLO CHE CI ASPETTAVAMO DAL FUTURO

Sabato sera ho presentato il mio romanzo ad Acireale, nell'ambito di "In-chiostro letterario". Un bell'evento in un bellissimo Resort, ricavato in un antico Monastero del '500. Un'occasione per sprofondare in qualche ulteriore riflessione che vi propongo qui di seguito.
Eccomi nel Chiostro del San Biagio Resort...
Come il mio precedente "Marenigma", anche "Se avessi previsto tutto questo" è un romanzo di formazione: mentre il primo affrontava il dramma della morte, quest'altro esplora i primi assi dell'iniziazione sentimentale. Compongono entrambi, quindi - al di là delle differenze di stile e di atmosfere - un dittico. Potrebbe anche trattarsi di una trilogia, dato che anche il mio esordio, "Cerniera lampo" (scritto a quattro mani con Joe Schittino) era pure una storia di formazione con protagonisti due adolescenti.
Nel mio nuovo romanzo il protagonista si confronta con il passaggio da un Istituto professionale alla facoltà di Filosofia dell’Università di Catania, che coincide con il distacco dalla sfera protettiva genitoriale e con un’improvvisa, vertiginosa, conquista di spazi di libertà. E’ stato quello un passaggio delicato della mia stessa vita, proprio in quegli anni ’90 in cui il romanzo è ambientato. Impossibile negare quindi l’ispirazione autobiografica alla base della vicenda che racconto, m’interessava però raccontare non la mia vita, ma un periodo della storia che ho attraversato e un periodo dell’esistenza umana, l’adolescenza appunto, in cui si scopre qualcosa in più su di sé, sugli altri, sull'esistenza, sull'amicizia, sulle donne e sull'amore. Credo di averlo fatto in modo ironico, divertente, autentico, senza mettermi lì col manuale del bravo scrittore, lasciando piuttosto il campo all'immaginazione più sfrenata, ad un linguaggio senza falsi pudori, descrivendo un mondo, uno spaccato di vita, che è stato il mio ma anche quello di tanti altri.
Un momento della presentazione di Acireale
Erano anni tutto sommato felici, gli anni ’90, specie se paragonati a quelli di oggi. E’ stata quindi una gioia calarsi nuovamente in quegli anni, quando Catania era la “Seattle italiana” per la sua vivacità musicale (Seattle era la città da cui erano saltati fuori gruppi come i Nirvana), vivacità che era anche culturale.

Erano anni in cui c’era ancora la lira e un relativo benessere. Credevamo che la massima condanna fosse un posto fisso al Comune, quando oggi molti di noi delle classi anni '70 (credo la generazione con il più alto tasso di aspiranti artisti, me compreso...) darebbero un braccio per un posto fisso al Comune. 
Erano anche anni particolari sul piano dei rapporti umani, ci si trovava appena prima di una rivoluzione storica, quella scatenata dalla diffusione del web. Le relazioni erano sempre e comunque dirette, mai mediati da chat o sociale network o blog. Ci si doveva conoscere, incontrare e frequentare dal vivo. Così ho ritenuto interessante focalizzare l’attenzione sulla formazione sentimentale piuttosto che su quella politica o di altro genere, dal mio punto di vista maschile. Un maschio, va sottolineato, piccolo borghese, poco affascinante, per niente sicuro di sé, i cui goffi tentativi di conquista e le confuse idee sull'amore hanno generato capitoli piuttosto divertenti, se non addirittura grotteschi.
I ragazzi di "Beverly Hills 90210"
Il romanzo di formazione ha tanti precedenti e mi è piaciuto in qualche modo rivisitare a modo mio i libri di questo genere che ho letto e apprezzato, dal fondamentale “Giovane Holden” di Salinger al "Garofano rosso" del mio concittadino Elio Vittorini, da Bret Easton Ellis a Philip Roth, dal “Dietro la porta” di Giorgio Bassani, dal “Due di Due” di Andrea De Carlo fino ai classici degli anni ’90 che non potevo ignorare, “Jack Frusciante” di Enrico Brizzi e “Tutti giù per terra” di Giuseppe Culicchia. Ma potrei citare ancora Fitzgerald, Hemingway, Fante e il suo Arturo Bandini così lontano e così vicino al mio Carlo Piras, senza dimenticarmi, in mezzo a cotante reminiscenze letterarie, di certi telefilm che andavano di moda nella mia adolescenza, penso soprattutto a quel “Beverly Hills 90210” che ci aveva davvero avvelenato il cervello nei primi anni ’90, per cui noi maschietti sognavamo di essere Brandon, Dylan, senza tuttavia avere alcuna possibilità di esserlo davvero, e le ragazze a loro volte cercavano i sosia di Jason Priestley e Luke Perry, sicché ai loro occhi non apparivi più attraente di Alvaro Vitali.
Leggere questo libro dà la possibilità di riflettere su chi eravamo e su quello che ci aspettavamo dal futuro noi cosiddetti TQ (trenta/quarantenni), ma credo che anche gli adolescenti di oggi non mancheranno di riconoscere qualcosa di sé nei turbamenti del protagonista.

mercoledì 10 aprile 2013

I LINK PER ORDINARE IL ROMANZO SU INTERNET

Oltre a richiederlo in libreria, è possibile acquistare il libro on line. 
Personalmente, acquisto da anni su internet (in particolare su Ibs.it) e non me ne sono mai pentito. I libri arrivano in tempi abbastanza rapidi (salvo che si tratti di titoli di difficile reperibilità), per di più direttamente a casa e con lo sconto del 15%. In buona parte dei casi non si pagano spese di spedizione, purché vi sia un minimo di spesa.
Ecco invece i link diretti alle schede del romanzo sui principali rivenditori sul web:






LE PRESENTAZIONI E LE LIBRERIE SICILIANE DI "SE AVESSI PREVISTO TUTTO QUESTO"

Queste il calendario delle presentazioni del romanzo:

13 APRILE: SAN BIAGIO RESORT (ACIREALE, CT), NELL'AMBITO DI "IN-CHIOSTRO LETTERARIO"

3 MAGGIO: GALLERIA ROMA ARTECONTEMPORANEA (SIRACUSA)

17 MAGGIO: LA FELTRINELLI LIBRI & MUSICA (CATANIA)

7 GIUGNO: LE FATE CAFE' (RAGUSA)

14 GIUGNO: CANTINE SANFILIPPO (PEDARA, CT)

Librerie della Sicilia orientale dov'è possibile trovare il romanzo: 
GABO' di Livia Gagliano (SIRACUSA)
BIBLIOS CAFE' di Luisa Fiandaca (SIRACUSA)
LA FELTRINELLI LIBRI & MUSICA (CATANIA). 

UN MIO ARTICOLO PUBBLICATO SU DIORAMA: L'ESORDIO IN EBOOK DEI SIRACUSANI LISTO & VITALE


Due giovani siracusani, studenti di Lettere e Filosofia in quel di Catania, hanno unito le forze per ideare un romanzo immaginifico che molto deve alla letteratura horror e fantasy ma anche ai giochi di ruolo. Si tratta di Chiara Listo e di Giuseppe Vitale, rispettivamente 21 e 22 anni, e il loro romanzo ha un titolo e un’ambientazione inglese: “London Calling: a tale from Norwich”. Esce oggi, 8 aprile, direttamente in ebook per Prospero, casa editrice creata meno di anno fa con l’idea di dotare di un trampolino di lancio alcuni autori meno conosciuti ma meritevoli, il cui staff è formato da giovani e giovanissimi, a partire dal titolare, Riccardo Burgazzi, classe 1988.
Quello dell’ebook è un mercato in continua espansione, anche se ancora ben lontano, almeno in Italia, dai grandi numeri dell’editoria tradizionale. Il trend è certamente destinato a mutare con il diffondersi degli appositi lettori, con il miglioramento della loro tecnologia e con la migliore propensione – da parte delle nuove generazioni – verso l’utilizzo di tale supporto a scapito della carta stampata (irrinunciabile invece per i più anzianotti o per chi, come me, ama il libro non solo per il pensiero o per le storie che tramanda ma anche per la forma, i suoi odori, i suoi colori, insomma, la sua materialità, artigianale o industriale che sia). Guardo con sospetto molte delle realtà editoriali nate intorno all’ebook: un file epub non è così difficile da creare e per nulla costoso, checché se ne possa dire. Fosse solo per quello, non ci sarebbe bisogno di editori. Un buon software come Calibre o Adobe In design e anche un amico nerd, se proprio voi non ci sapete mettere mano, è in grado di farvi il vostro bell’ebook. vitaleLe cose cambiano quando però la casa editrice vi fornisce una bella impaginazione, un buon editing, belle illustrazioni (di Gianluca Maragno, nel caso in questione) e una mano concreta per lanciare il vostro bel romanzo. Allora si che avere un editore con cui spartire i denari può essere vantaggioso: e sembra proprio essere il caso di Prospero. Di sicuro quest’editore non è uno sprovveduto, giacché ha messo sotto contratto questa insolita ditta a quattro mani che unisce il gusto maschile verso il macabro e la sensibilità e l’introspezione tipica della scrittura femminile (ma potrei essere smentito, magari la più sanguinosa dei due è proprio Chiara).
Il romanzo è difficile da raccontare in poche righe, almeno tanto quanto è piacevole e scorrevole alla lettura. Non manca la carne al fuoco ed è quantomeno improbo dover citare tutti i numerosi riferimenti e rimandi letterari. Siamo del resto, ormai da tempo, in pieno post-moderno, in cui nel passato è possibile trovare tutti gli ingredienti per una nuova narrazione. Tarantino, al cinema, lo fa da anni e con successo. Prende Django, Trinità, i film di Griffith e pure quelli di Jacopetti & Prosperi e sforna qualcosa di autenticamente spassoso e personale. Anche Listo & Vitale approdano, tra tanti riferimenti e archetipi letterari, fumettistici e cinematografici, a una futuristica e apocalittica visione del mondo, ispirati dalle loro lunghe sessioni di giochi di ruolo,  in cui il mistero della morte è indagato apparentemente secondo i dettami della tradizione gotica, ma bastano poche pagine per rendersi conto che in realtà questo romanzo non assomiglia a nessun altro scritto finora, perché, in sostanza, parla di oggi, del nuovo Medioevo in cui siamo ripiombati a dispetto del nostro sviluppo tecnologico che ci ha donato gli ebook. E scusate se è poco. I romanzi di Prospero sono scaricabili alla seguente pagina, il prezzo non supera le 5 euro: http://www.prosperoeditore.com/i-nostri-libri.html.

PUBBLICATO IN "DIORAMA ON LINE" L'8/4/2013: 

martedì 9 aprile 2013

UN'INTERVISTA A CURA DI SALVO CAVALLARO SU "NUOVE EDIZIONI BOHEMIEN"

Nome: Luca
Cognome: Raimondi
Segni particolari: alto e mai alticcio.
Luogo di Nascita: Augusta, all’anagrafe. Da un punto di vista letterario, direi Derry, immaginaria località del Maine dove Stephen King ha ambientato “It”, il romanzo che mi ha convinto a 
imm.cominciare a scrivere.
Formazione: nel bene e nel male, presso l’Università di Catania, dove ho conseguito due lauree e un master, dove è nata la mia prima, seria, relazione di coppia e dove ho ambientato il mio ultimo romanzo, “Se avessi previsto tutto questo”.
L’opera che più mi identifica: tra le mie, proprio quest’ultimo romanzo, molto autobiografico.
L’opera che avrei voluto fare: direi “Madame Bovary”. Sapete, Madame Bovary sono io…
L’opera che avrei voluto fare: oltre al già citato “It”, ho solo l’imbarazzo della scelta. Ne indico tre, i primi che mi vengono in mente: vorrei aver scritto molte opere di Philip Roth, ma soprattutto “La mia vita di uomo” , piuttosto spassoso nel descrivere i conflitti tra uomo e donna. Poiché la quasi totalità della mia narrativa è dedicata all’adolescenza, indico anche “Dietro la porta” di Giorgio Bassani, sottovalutato romanzo di formazione, e il più noto “Giovane Holden” di Salinger, imprescindibile.
L’arte è prima di tutto: energia, riflessione, intuizione, sogno, mistero…e tanto altro ancora
Si può dire bello quando: la bellezza non è un concetto stabile, non vi è una definizione valida sempre e comunque. Per me, bello è ciò che mi emoziona.
L’importanza della ricerca per debellare le malattie in generale e la Fibrosi Cistica in particolare: purché condotta entro certi limiti (in ambito medico, ad esempio, sono decisamente contro la sperimentazione sugli animali), la ricerca – in tutti i campi del sapere – è il confronto continuo con i limiti della nostra conoscenza. Superare questi limiti, significa migliorare la quantità ma soprattutto la qualità della nostra vita.
SALVO CAVALLARO

domenica 7 aprile 2013

IO E CATANIA, OVVERO: PERCHE' NON PRESENTARSI AD UN COLLOQUIO DI LAVORO VESTITI COME TONY MONTANA


Perché ambientare un romanzo a Catania? Cosa ha rappresentato per me il capoluogo etneo? Più o meno quello che rappresenta per il protagonista del mio libro "Se avessi previsto tutto questo": il momento del distacco dall’alveo familiare, l’abbandono della dimensione provinciale, l’ingresso in una dimensione più ampia e composita in cui ci si può imbattere in Sgalambro e Jovanotti, dove è possibile rivedere la propria vita in un’ottica diversa. Dove, come mi è capitato in tempi più recenti, ti puoi imbattere in un produttore che ti fa revisionare una sceneggiatura e poi ti fa incontrare la mitica Gerardina Trovato in un albergo di Acireale perché vorrebbe fare un film tratto dalla storia della sua vita. La meno eclatante storia del mio protagonista si limita al momento in cui si entra in contatto (o ci si scontra, più che altro) con una realtà più complessa, dove occorre riorganizzare il proprio modo di vivere ma dove - specie ai tempi in cui non sono ancora di uso comune le chat - aumentano le possibilità di conoscenza sociale, che i single finalizzano soprattutto alla ricerca del vero amore.
La mia personale esperienza catanese si è protratta per dieci anni, a partire dal 1995 e fino al 2005, per poi continuare a singhiozzo fino ad oggi. Come il mio protagonista, ho veramente avuto una piccola casa di proprietà in via Abate Ferrara, tra via Garibaldi e via Plebiscito, quella in cui nacque il compositore ottocentesco Giovanni Pacini. Vi ho vissuto da solo per dieci anni, sentendomi pian piano sempre più catanese, e non solo per via della residenza che vi avevo stabilito e che risultava sulla carta di identità.
La casa in cui abitavo: vi nacque il musicista Giovanni Pacini
A Catania ho conseguito due lauree (Filosofia nel 2000 e Scienze dell’Educazione nel 2003, quella meno “del cuore” ma con conseguenze pratiche migliori, dato che attualmente lavoro come educatore) nonché, nel 2005, un Master di 2° livello in “Economia del Recupero e della Valorizzazione dei Beni Culturali” (sic, le maiuscole non sono mie, stanno nel diploma...). In dieci anni mi sono goduto la vivacità culturale sponsorizzata da Enzo Bianco e il triste ed evidente declino dell’amministrazione Scapagnini, ho vissuto la mia prima impegnativa relazione pluriennale, girato cortometraggi amatoriali (come l’ormai inguardabile “Anche gli insetti sognano”), conosciuto di persona Battiato, Camilleri, Bonaviri, visto indimenticabili concerti di Carmen Consoli, Mario Venuti, Subsonica, Max Gazzè, Avion Travel, seguito seminari di cinema e fatto l’alba dopo aver partecipato ad una proiezione notturna (in pellicola) di “Intrigo internazionale” di Hitchcock. Infine, vi ho cercato lavoro: e lì è stata la delusione più cocente, perché non ne ho trovato. L’opportunità più grande (se così si può dire) me la sono giocata come commesso per una celebre libreria di Corso Sicilia: al colloquio che in piena estate mi trovai a sostenere, le proprietarie mi dissero che ero troppo qualificato, che i libri li avrei letti anziché venderli e che non avrebbero mai avuto il coraggio di chiedermi di spolverare uno scaffale (perché poi?), ma ancora oggi nutro il sospetto di essere stato scartato per via del fatto che indossavo una camicia a fiori stile Tony Montana, il gangster protagonista di Scarface...