martedì 9 aprile 2013

UN'INTERVISTA A CURA DI SALVO CAVALLARO SU "NUOVE EDIZIONI BOHEMIEN"

Nome: Luca
Cognome: Raimondi
Segni particolari: alto e mai alticcio.
Luogo di Nascita: Augusta, all’anagrafe. Da un punto di vista letterario, direi Derry, immaginaria località del Maine dove Stephen King ha ambientato “It”, il romanzo che mi ha convinto a 
imm.cominciare a scrivere.
Formazione: nel bene e nel male, presso l’Università di Catania, dove ho conseguito due lauree e un master, dove è nata la mia prima, seria, relazione di coppia e dove ho ambientato il mio ultimo romanzo, “Se avessi previsto tutto questo”.
L’opera che più mi identifica: tra le mie, proprio quest’ultimo romanzo, molto autobiografico.
L’opera che avrei voluto fare: direi “Madame Bovary”. Sapete, Madame Bovary sono io…
L’opera che avrei voluto fare: oltre al già citato “It”, ho solo l’imbarazzo della scelta. Ne indico tre, i primi che mi vengono in mente: vorrei aver scritto molte opere di Philip Roth, ma soprattutto “La mia vita di uomo” , piuttosto spassoso nel descrivere i conflitti tra uomo e donna. Poiché la quasi totalità della mia narrativa è dedicata all’adolescenza, indico anche “Dietro la porta” di Giorgio Bassani, sottovalutato romanzo di formazione, e il più noto “Giovane Holden” di Salinger, imprescindibile.
L’arte è prima di tutto: energia, riflessione, intuizione, sogno, mistero…e tanto altro ancora
Si può dire bello quando: la bellezza non è un concetto stabile, non vi è una definizione valida sempre e comunque. Per me, bello è ciò che mi emoziona.
L’importanza della ricerca per debellare le malattie in generale e la Fibrosi Cistica in particolare: purché condotta entro certi limiti (in ambito medico, ad esempio, sono decisamente contro la sperimentazione sugli animali), la ricerca – in tutti i campi del sapere – è il confronto continuo con i limiti della nostra conoscenza. Superare questi limiti, significa migliorare la quantità ma soprattutto la qualità della nostra vita.
SALVO CAVALLARO

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